Breve storia del depuratore di Contrada Sgarrone

Breve ed incompleta storia del depuratore di Contrada Sgarrone in agro di Altamura, che riversa le sue acque “depurate” nello Jesce

E’ risaputo che l’inquinamento dello Jesce è stato rilevato già venti anni fa, vi è una prova documentale in un articolo di stampa del 1988.

Sicuramente, esso, risale anche ad epoca più remota.

Da “Mutamenti a Mezzogiorno” si legge che sin dagli anni ’90 si disse che il problema era in fase di risoluzione.

Bastava attendere l’esito dell’appalto concorso promosso dal Comune di Matera e la cantierizzazione dei lavori.

I nuovi impianti, tecnologicamente avanzati, secondo un esperto amministratore comunale, avrebbero risolto il problema.

Il Comune di Matera ha speso più di 13 miliardi delle vecchie lire (alcuni dicono 20) ed ha costruito una traversa sul torrente Jesce, un impianto di sollevamento, una doppia condotta per trasferire le acque dello Jesce in località Pantano (dove ci sono due depuratori ) e viceversa, un imponente impianto di post-trattamento delle acque reflue.

I costosissimi impianti però nessuno li ha mai presi in consegna.

Nessuno li ha mai fatti funzionare.

La gestione è, infatti, apparsa cervellotica e costosa.

Si contava di depurare tutta l’acqua dello Jesce e di riportarla al punto da dove era stata prelevata con due impianti di sollevamento.

Gli unici che hanno guadagnato nella vicenda, dice Mutamenti a Mezzogiorno, sono stati i progettisti e le imprese di costruzioni.

Morta l’era della bonifica a valle si è pensato, giustamente, di risolvere il problema là dove esso sorgeva.

Ad Altamura si comincia, così, a parlare della depurazione e dell’ampliamento del depuratore di contrada Sgarrone che è quello che immette nello Jesce.

Non vi è, a dire il vero, molta sensibilità ed interesse, tanto che una interrogazione del consigliere Stacca, attuale sindaco, presentata il 3 Giugno del 2002 viene messa all’ordine del giorno del consiglio comunale del 23 Maggio 2003 e non si sa con quale risultato.

Per fortuna il 7 settembre 2005 il pressing a tutto campo per la rete idrica di Altamura inizia a dare i suoi frutti, titola una nota di stampa di quel Comune

Viene data notizia che i lavori di ampliamento del depuratore presto potranno iniziare.

La sensibilità è accresciuta perché l’impianto appare sottodimensionato e gli orti e le verdure dei campi circostanti al depuratore vengono irrorate con i liquami.

Il 29 ottobre del 2006, tutti soddisfatti, si può dire “stop agli scarichi di fogna dal depuratore”

Un codazzo di autorità visitano il cantiere che interessa l’ampliamento dell’impianto portandolo a norma ed in grado di servire una popolazione fino a 74 mila abitanti mentre il precedente serviva una popolazione pari a 30 mila.

Si ammette che con l’intervento non vi sarà più una consistente quota di reflui che si versa nel sottostante torrente Jesce senza essere depurata.

Qualche altro esperto amministratore ha pensato, però, di cementificare il letto del torrente e l’acqua inquinata non interessa più i terreni circostanti ma arriva più velocemente in agro di Matera.

Il 22 Giugno 2007, con un comunicato stampa, il Comune di Altamura annunzia che i lavori di adeguamento sono ultimati.

Fatto il depuratore nascono problemi sul collettore di adduzione dei liquami ed il 22 aprile del 2008 il Sindaco chiede alla Regione Puglia un sopralluogo per decidere il da farsi, ma già il 12 febbraio dello stesso anno c’era stato qualcosa che non andava, tanto che l’Asl di Bari rende noto che sono stati superati alcuni valori imposti dalla legge presso l’impianto di depurazione in contrada Sgarrone a seguito di analisi effettuate dall’Arpa Puglia.

L’Asl richiama la ditta che gestisce per conto di AQP il depuratore a norme comportamentali adeguate e il sindaco trasmette la nota ai Carabinieri del NOE di Bari.

Non accade nulla.

Si arriva al 30 Marzo 2009 e il Comune di Matera indice una conferenza di servizi sulle problematiche inerenti al torrente Jesce, in cui si evidenzia l’inquinamento delle acque così come riscontrato delle analisi dell’ARPAB ( agenzia regionale di Basilicata)

Alla conferenza di servizio è presente il Sindaco di Altamura che, con nota del 20 Aprile, scrive all’Arpa Puglia ed all’Asl Bari chiedendo di campionare e verificare le acque dello Jesce ricadenti nel territorio di Altamura..

Il resto è storia di oggi la situazione è peggiorata e il 13 Maggio, a Jazzo Tre Ponti, nel torrente Jesce c’era un materasso alto un metro di schiuma puzzolente.

Nota: Comunicato stampa comune di Altamura

Ambiente: sindaco scrive ad Arpa per torrente Jesce

Il 20 Aprile del 2009 Il sindaco di Altamura, Mario Stacca, ha scritto alle autorità sanitarie ed ambientali (Arpa Puglia ed Asl Bari) per chiedere di “voler ispezionare, campionare e verificare le acque superficiali del torrente Jesce per il tratto ricadente in territorio di Altamura”.

Ciò a seguito di conferenza di servizi che si è tenuta presso il Comune di Matera in data 30/03/2009, avente ad oggetto “Problematiche inerenti il torrente di Jesce”, in cui è emerso ciò che già si temeva, vale a dire che il tratto del corso d’acqua ricadente nel territorio del Comune di Matera evidenzia uno stato di inquinamento delle acque superficiali come riscontrato dalle analisi dell’Arpab (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata).