IMG 9018

Monte Vulture. Ciaspolata con Cai di Melfi

28 gennaio 2018

Coordinatori:

Orario di partenza per Melfi : 06,45 da P.zza Matteotti con auto proprie (si raccomanda la puntualità )
Orario e Località di partenza per escursione a piedi: ore 09,00  da piazzale Abbazia S.Ippolito (Monticchio laghi)      Lunghezza del percorso: circa 15 kma/r
Difficoltà:  E ( in caso di neve EAI con ciaspole )
Dislivello:  650 metri
Quota massima da raggiungere: mt 1300
Tipo di percorso:  ad anello
Sorgenti: solo sul percorso di ritorno presso Fontana dei Faggi
Durata dell’escursione: circa 5 ore soste escluse
Abbigliamento: adeguato alla stagione. Obbligatori: scarponi, bastoncini, giacca a vento,  ciaspole. Consigliate le ghette.
Numero di partecipanti: max 25 con precedenza ai soci in regola con la tessera 2018                                                        Contributo volontario pro-associazione: per i soci €. 1 per i non soci €. 6,00 (+ €. 3,00 di assicurazione giornaliera)
Contributo spesa per pranzo nel rifugio sul monte Vulture :   €. 5,00 cad.

E’ obbligatorio partecipare all’incontro di  pre-escursione. In base alle condizioni meteo si consiglierà l’attrezzatura idonea e l’ottimizzazione degli equipaggi auto.  Per una precisa conferma al CAI di Melfi del n. dei partecipanti e migliore  gestione degli equipaggi auto, si accetteranno adesioni solo entro venerdì 27 c.m.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Dal piazzale stazione, punto di incontro con gli amici del CAI di Melfi, si prosegue in macchina fino a raggiungere il piazzale antistante i ruderi dell’Abbazia di S.Ippolito dove verranno parcheggiate le auto. Alle ore 09,00 inizio escursione da quota mt 670 slm. Costeggiando il lago piccolo, in leggera salita fino alla Abbazia di S. Michele e al valico 113 a quota mt. 850.Continueremo a salire attraversando faggete, abeti bianchi e querceti lungo il crinale Sud-Est del monte Vulture. Raggiungeremo la località Occhineri, il Belvedere dove è possibile ammirare dall’alto i laghi di Monticchio ( quota mt.1120 ) Dopo breve sosta si riprenderà il cammino in direzione “ Casone di Atella “ ( mt. 1140 ) fino alla strada asfaltata che risale da Rionero. Si prosegue in direzione della seconda cima per elevazione ( mt.1280 ) costeggiando un fabbricato diroccato (ex stazione di arrivo funivia ) si raggiunge il rifugio monte Vulture. Seguirà  un frugale pranzo offerto dalla consolidata gentilezza e disponibilità degli amici di Melfi.

Dopo la pausa pranzo, si inizia il percorso di ritorno raggiungendo la località “ Femmina Morta”, si oltrepassa la“ Fontana Giumentari “ ( mt. 1020 ) e, continuando nel bosco fino alla “ Fontana dei Piloni. La tappa successiva è la  “ Fontana dei Faggi “ e lungo la valle dei Melaggini, fino a raggiungere l’ Abbazia di S. Michele, si prosegurà, infine, fino alla parcheggio auto presso l’Abbazia di S. Ippolito. Il rientro è previsto  a Melfi per le ore 17,00 ed a Matera per le ore 19.00/20.00.

Notizie utili:

  • La riunione  di pre escursione si terrà venerdi 26.01.18 alle 20,00 presso la sede dell’associazione in via Lombardi n° 3
  • I partecipanti sono tenuti ad osservare strettamente le indicazioni dei coordinatori.
  • L’Associazione e i coordinatori non sono responsabili di eventuali infortuni e/o incidenti che dovessero occorrere ai partecipanti all’escursione, prima, durante e dopo la stessa.
  • In caso di maltempo, l’escursione potrà subire variazioni oppure essere rinviata ad altra data.
  • Il percorso potrebbe essere modificato dai coordinatori per sopravvenute esigenze organizzative.
  • Si ottimizzeranno al massimo gli equipaggi delle auto. Resta intesa la partecipazione alla spesa del carburante per chi non mette a disposizione la propria auto, secondo la prassi dell’associazione.

:: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::

Il Direttivo ha approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.
Il programma riporta, per ciascuna escursione, il nome o i nomi dei relativi responsabili.
Il responsabile dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento dell’escursione.
Il responsabile dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.
Il Direttivo può non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi proporre per nuove escursioni.

: OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI ::

– Partecipare alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione all’escursione e versare la quota richiesta;
– Essere puntuali all’appuntamento;
– Essere fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati all’escursione;
– Attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione;
– Prevedendo l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti di carburante.
– Conoscere il regolamento ed accettarlo.

BREVI CENNI STORICI :

Ruderi dell’Abbazia di San Ippolito.

Sulla lingua di terra che separa i due laghi vi sono le rovine di un antico edificio di culto paleo-cristiano, frequentato prima da monaci di rito greco-bizantino, poi dai Benedettini.

Intorno all’anno mille l’area era contesa tra Bizantini, Longobardi, Normanni e Latini.

I monaci Basiliani e Benedettini erano al centro i questa contesa, ma con lo scisma del 1054 e l’affermarsi del dominio Normanno a Melfi, cambiò l’equilibrio dei due ordini di monaci , con il sopravvento dei Benedettini. Così nel 1059 papa Niccolò 2° consacrò al rito latino la grotta  posta sulla rupe , dedicandola a San Michele.Nel 1456 un terremoto distrusse l’abbazia tra i due laghi che, causa anche le malefiche condizioni climatiche, fu definitivamente abbandonata, in favore dell’attuale Abbazia di San Michele.

L’Abbazia di San Michele

L’abbazia, fondata dai Benedettini nel X sec., ha una tradizione molto antica, fu costruita su una grotta scavata nel tufo, nei pressi della quale sono stati ritrovati depositi votivi risalenti al IV-III sec. a.C. La Grotta dell’Angelo dedicata a San Michele era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci italo-greci che anticamente abitavano la zona.

Dopo i Benedettini, nel 1456 l’abbazia passò ai Cappuccini, che fondarono una biblioteca e un lanificio. L’intero complesso è costituito da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di San Michele. Un caratteristico sentiero attraversa i fitti boschi e conduce all’abbazia che, arroccata su una falda del monte Vulture, si affaccia sul lago Piccolo creando un gradevole contrasto con la natura circostante.

Verso la fine del cinquecento, la Badia di San Michele fu presa in commenda dal Cardinale Borromeo e successivamente da Cardinale Filippo Neri. Grazie a loro si deve la rinascita della Badia dopo decenni di decadenza che divenne infatti un luogo di pellegrinaggio molto frequentato.

I Laghi di Monticchio e il Monte Vulture

All’interno del cratere del cono eruttivo del Monte Vulture sono presenti due splendidi laghi. I laghi prendono il nome della località e precisamente Monticchio.

Il Lago Grande copre un’area di 40 ettari e si trova a quota 656 metri sul livello del mare. Il Lago Piccolo, che copre un’area di 10 ettari si trova a 658 metri sul livello del mare.

I due laghi sono separati da un sottile lembo di terra e differiscono l’uno dall’altro per la colorazione dell’acqua. Infatti, il Lago Grande ha una colorazione verde olivastro, mentre il Lago Piccolo ha un’acqua di colore verde intenso.

Il territorio circostante i due laghi è ammantato di una rigogliosa vegetazione. Molte specie floreali e faunistiche devono la loro sopravvivenza grazie a questa rigogliosa vegetazione. È stupendo ammirare la “ginestra dei carbonai” caratteristica per il colore giallo intenso dei fiori, “l’ontano napoletano” con i tipici frutti simili a piccoli coni, le chiome dei castagni che, qui, formano boschi molto estesi. La diffusione del castagno nell’area è certamente giustificata dalla versatilità di questa pianta, in grado di fornire una buona produzione di frutti e fornire il legname, molto richiesto, anche da viticoltori e frutticoltori.

Esistono delle testimonianze della presenza, in epoche precedenti, dell’orso bruno e del capriolo. Sono attualmente presenti il gufo comune, il falco di palude, e di particolare importanza è la farfalla notturna ‘’ BRAMEA’’(Acanthobrahmaea europea Harting) legata alla presenza dei frassini. Nel fondo sono presenti numerose sorgenti e le acque sono popolate di varie specie ittiche, tra cui tinche, carpe ed anguille.