pisticci

“Pisticci: calanchi al chiar di luna”

13 Giugno 2014

Coordinatori :

Distanze: Km. 50 circa (Matera-Pisticci)
Partenza: ore 19:00 Matera (P.zza Matteotti – auto proprie)
Inizio escursione: ore 20:00
Lunghezza totale percorso: km 10 circa
Tipologia del Percorso: breve tratto scosceso, strade sterrate e tratti asfaltati.
Difficoltà: T-E
Durata: 3 ore escluso soste
Dislivello totale: circa 300 m. tratto finale di circa 800 m. abbastanza ripido ma agevole sia in salita che discesa
Equipaggiamento: scarpe da trekking, torcia, bastoncini facoltativi, acqua: almeno 1 litro.
Partecipanti: max 30
Rientro a Matera: ore 23:30 circa
Costi : contributo di 1 euro per i soci e 6 euro per i non soci.
Prenotazioni: è possibile prenotare la propria partecipazione contattando i coordinatori telefonicamente nelle ore serali, tramite e- mail o durante la riunione di pre-escursione che si terrà Martedì 10 Giugno 2014 alle 20:00.

DESCRIZIONE:

Pisticci è circondata dal brullo ma affascinante paesaggio dei caratteristici “Calanchi” lucani. Tale paesaggio diviene ancor più suggestivo se illuminato dalla luna in quanto la cromaticità bianco/ azzurra data dai bagliori lunari crea un effetto scenografico che rende il paesaggio ancor più surreale e fiabesco. Modellati in milioni di anni dalle forze naturali, gli argillosi Calanchi sono immersi in un territorio ricco di storia e cultura. In posizione baricentrica tra il mar Jonio la Valle del Sinni e la Valle dell’Agri, si estendono fino ai confini del Parco di Gallipoli Cognato. Il comprensorio dei Calanchi Lucani tra i comuni di Pisticci, Montalbano Jonico, Craco, Stigliano, Ferrandina, Salandra, Tursi, Aliano attende da anni di diventare un Parco Regionale.

Il percorso inizia con una passeggiata tra le tipiche e tortuose vie del rione ” Terravecchia”. La Terravecchia si innalza sulla cima (364 metri di altitudine) della più elevata fra le due colline (Serra e Cipolla) su cui complessivamente si estende il centro di Pisticci. Prima della drammatica frana del 1688 l’abitato di Pisticci era limitato rispetto alla estensione odierna ed impegnava quasi esclusivamente il colle di nome Cipolla. L’insediamento comprendeva i rioni della Chiesa Madre, delle Fossate (l’attuale rione Osannale), la contrada Casalnuovo (a monte dell’attuale rione Dirupo), il rione di Santa Maria di Loreto (oggi rione Loreto) e Santa Maria del Soccorso (oggi piazza Plebiscito).Una parte consistente della popolazione dell’epoca si era insediata nelle zone più elevate in collina, all’interno di un’area di forma approssimativamente triangolare che aveva come vertice ideale il castello normanno e come base la retta che congiunge Chiesa Madre, rione Osannale e palazzo Rogges. Nel sottosuolo era ubicata la sorgente del torrente sotterraneo denominato Salsa, causa scatenante della spaventosa frana registratasi a Casalnuovo. La  notte di S. Apollonia del 1688 uno smottamento di enorme portata trascinò infatti a valle gran parte delle decorose costruzioni del rione e ci furono più di 400 morti. La frana, quasi per miracolo, si arrestò ai piedi della chiesa Madre e risparmiò l’intero abitato alle sue spalle. La contrada Casalnuovo, spazzata via dalla frana e ricostruita a valle, nella voragine creatasi in seguito allo smottamento, si chiamò rione Dirupo così da perpetuare il ricordo della circostanza da cui riprendeva vita.

La Chiesa Madre dedicata ai Santi Pietro e Paolo, custodisce tele di scuola napoletana e preziosi altari in legno. Il suo campanile risale all’epoca della chiesa precedente (1212), fu costruita dai maestri Laviola, d’origine lombarda, tra il 1550 e il 1555 sui resti dell’antica chiesa (San Martino) del XII secolo. Nel suo interno, a croce latina ampia e spaziosa con due navate laterali, si possono ammirare altari barocchi in oro finemente intagliati e dipinti del ‘700 ed alcune interessanti tele di scuola napoletana. Nella navata centrale si trova il Battistero in legno, che riporta le scene del battesimo di Gesù, il pergamo anch’esso in legno con riquadri in cui sono scolpiti a colori i Santi Apostoli Pietro e Paolo e i santi evangelisti e nell’ abside, l’altare maggiore barocco. Dietro l’altare maggiore c’era la fossa sepolcrale del clero. Sovrasto l’organo di bella struttura, che fa da ornamento allo sfondo della Chiesa. Infine la sagrestia arredata in stile barocco

L’esterno risente dello stile romanico con il campanile a bifore e il tetto a doppio spiovente. La sua  mole imponente e maestosa domina il sottostante abitato del rione Dirupo uno dei più suggestivi del paese, annoverato dal Ministero dei Beni Ambientali nell’elenco delle “100 Meraviglie d’Italia da salvaguardare”. Caratterizzato dalle tipiche “casedde”, ovvero piccole casette a schiera di colore bianco, dal tetto spiovente, singolari esemplari di architettura contadina che sembrano aggrapparsi al pendio. Le cosidette “lammie”, infatti, sono state costruite in file parallele partendo dalla parte più alta del paese e man mano scendendo verso il basso, creando il particolare effetto ottico di un rione sull’orlo del precipizio.
Dal sagrato della chiesa madre si ammira, inoltre un meraviglioso panorama che spazia dal mare della costa ionica ai monti dell’Appennino Lucano.

Risalendo via Franchi, un tempo chiamata loggia bella vista per le passeggiate panoramiche, vedremo il castello che sorge nella parte più alta del paese a quota 394 mt circa . Risale all’epoca normanna, di esso non resta che la torre, il mastio e i locali delle scuderie del conte De Cardenas, adibite per qualche secolo a frantoio oleario; infine alcuni vani posti sullo stesso, abitati per anni da una famiglia ma adesso disabitati. La parte centrale del castello, il portone e l’atrio insieme al lato destro venne demolita negli anni 1930- 31 per far posto alla costruzione del torrione del serbatoio, di bella fattura, dell’ Acquedotto dell’Agri, una riserva d’acqua per il fabbisogno del paese. Dalle adiacenze del castello e del serbatoio si ammira il panorama dei centri abitati di Stigliano – Craco – Ferrandina – Tursi  con l’ultimo tratto dell’Appennino lucano  monte Raparo, il monte Pollino , i monti Croccia e Airone. Nelle immediate vicinanze si dominano i calanchi del fosso di Don Beniamino e la brulla contrada dei Pantoni. Poco distante dal serbatoio, ci sono i ruderi dell’antica Chiesa Madonna della Stella.

Tra i vicoli ammireremo alcune residenze appartenenti alle famiglie più facoltose edificati tra il XVII e il XVIII secolo, essi si distinguono oltre che per le dimensioni anche per la ricercatezza archittetonica. Gli ambienti si dispongono qualche volta, intorno a corti o a giardini interni e sono dotati di cappella privata oltre che di cantine e cisterne per l’acqua.

Dalla torre del castello parte via Fusinato sulla quale sorge la Chiesetta dell’Annunziata costruita nel 1444 annessa ad un ospedale per poveri, in essa si conservano una campana risalente al 1559 e un quadro della Vergine degli inizi del secolo scorso. Da una strettoia si accede a Palazzo De Franchi Caldoni risalente alla prima metà del sec XVIII, ancora oggi abitato, suscita interesse per il portico in stile rinascimentale che nel marmo, sotto lo stemma di famiglia, reca la data 1768 e per gli arredi barocchi all’interno. Un arco consente di accedere alla cosidetta “piazzolla” da cui l’occhio sconfina sulla Valle del fiume Basento e si estende fino al golfo di Taranto.

Attraversando le viuzze del rione, ci si addentra nei caratteristici “cantoni” fino a raggiungere i resti della Torre Bruni a forma cilindrica, diroccata a metà, non se ne conosce l’origine nè lo scopo della sua presenza, la tradizione la fa risalire in epoca antichissima addirittura ai tempi della potenza di Metaponto, colonia greca e quindi che sia stata edificata intorno al III sec. a.C. Non si può non citare il samoso Pittore di Pisticci, il primo maestro ceramografo a figure rosse della Magna Grecia, le cui opere sono esposte in molte parti del mondo. Ammireremo, infine, Palazzo Rogges, appartenuto ad una delle più potenti e rinomate famiglie di Pisticci, la cui presenza ha avuto incidenza sulla vita cittadina.

L’escursione nei calanchi inizia col sorgere della luna percorrendo la ripida via pedonale lastricata di collegamento del rione Terravecchia con il Dirupo si arriva nei pressi della Chiesa dell’Immacolata Concezione, prospiciente i calanchi, per poi percorrere il sentiero che porta al calanco più bello, solcato e scolpito da lamine parallele e guglie gotiche. L’effetto scenografico è risaltato ancor più dalla cromaticità e sfumature bianco / azzurre delle pareti date dai bagliori lunari.

Dopo una sosta per ammirare i canyon d’argilla illuminati dalla luna piena e fare delle foto, si risale e si ritorna al rione Dirupo, nei pressi della piazzetta anfiteatro, si percorre una strada asfaltata ripida con pendenza accentuata per circa 800 m. per poi diventare molto agevole, la si percorre sino a valle dove ci immetteremo in una strada sterrata pianeggiante (direttrice Craco – Montalbano) nella valle del torrente Cavone. La strada fiancheggia alla base dei fronti calanchivi incantevoli ondulazioni e guglie arrotondate alcune sovrastate da ciuffi di piante adattatesi all’arido terreno. Qui sarà possibile osservare e toccare con mano le aree mammellonari e le biancane piccoli rilievi tondeggianti separate da trincee create dall’attività erosiva delle acque. Il nome biancana è stato dato perché durante la stagione estiva le cupolette di argilla sono ricoperte da una patina bianca derivante dalla trasudazione salina delle argille.

Dopo una sosta nel paesaggio lunare fatto di enormi sculture d’argilla, aride dune bianche e pinnacoli naturali, si riprende a ritroso la via per far ritorno al centro abitato di Pisticci ripercorrendo lo stesso sentiero. A metà del percorso sarà possibile osservare la bella chiesetta della Madonna delle Grazie e le suggestive luci del centro storico di Pisticci che accompagneranno il rientro al centro abitato in prossimità del parcheggio.

Notizie utili

  • L’incontro      pre  escursione, obbligatorio per i soci e non soci residenti a      Matera, si terrà martedì 10 Giugno alle ore 20.00 presso la sede di      vico Lombardi n.3. Qui saranno definiti gli autisti e le auto      disponibili ottimizzando gli equipaggi
  • Le      prenotazioni all’escursione potranno essere effettuate telefonicamente      entro la stessa data ai coordinatori o direttamente   in      sede, si darà la precedenza ai soci.
  • Per i      non soci è  previsto un contributo liberale di 6 € da versare martedì      in sede contestualmente alla firma di liberatoria per la mancanza di      assicurazione
  • I soci       verseranno il contributo liberale di 1 euro
  • Sono consigliate      le scarpe da trekking o similari, abbigliamento idoneo ad una notte      estiva, munirsi di lampada tascabile.
  • Cena al      sacco con scorta di acqua ( almeno1/2 o 1 litro)
  • I      partecipanti  devono osservare strettamente le indicazioni dei      coordinatori, ed essere a      conoscenza delle regole      da osservare durante l’escursione.
  • L’Associazione      ed i coordinatori non sono responsabili di eventuali infortuni e/o      incidenti che dovessero interessare i partecipanti all’escursione,      prima, durante e dopo la stessa.
  • In caso      di maltempo, l’escursione potrà subire variazioni oppure rinviata ad      altra data.
  • Il      percorso potrebbe essere cambiato dai coordinatori per sopravvenute      esigenze organizzative

:: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::

  • Il Direttivo ha      approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni      individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali      cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.
  • Il programma      riporta, per ciascun’escursione, il nome o i nomi dei relativi      responsabili.
  • Il responsabile      dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa      preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di      quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento      dell’escursione.
  • Il responsabile      dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o      di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.
  • Il Direttivo può      non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che      nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e      che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi      proporre per nuove escursioni.

:: OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI ::

  • Partecipare      possibilmente alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione      all’escursione e versare la quota richiesta;
  • Essere puntuali      all’appuntamento;
  • Essere      fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura      adeguati all’escursione;
  • Attenersi      esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non      abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e      collaborando per la migliore riuscita dell’escursione;
  • Prevedendo      l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti      di carburante.
  • Essere a      conoscenza del presente regolamento.