La Foresta di Gallipoli

Domenica 25 Ottobre 2009

Responsabile escursione:

  • Adriano Castelmezzano. Contatti: telefono 3289211689/e-mail: adrianocastelmezzano@alice.it

Scheda Itinerario:

  • Inizio e termine escursione: Caserma Palazzo (alt.815 mt. s.l.m.).
  • Punto più basso: Torrente Scannacapre (alt.740 mt. s.l.m.).
  • Punto più alto: Monte Costa La Rossa (alt.1.179 mt. s.l.m.).
  • Dislivello totale: 780 mt. in salita, 780 mt. in discesa (percorso ad anello).
  • Territori comunali attraversati: Accettura e Pietrapertosa.
  • Cartografia IGM: 1:25.000 foglio n. 200 IV SE Oliveto lucano.
  • Tipologia del percorso: sentiero, tracce di sentiero, strada forestale.
  • Lunghezza del percorso: 11 km circa.
  • Durata escursione: 7 ore circa, sosta pranzo inclusa.
  • Tipo di difficoltà: E (escursionistico). Il percorso si snoda prevalentemente all’interno del bosco, lungo sentieri, tracce di sentiero e strade forestali. L’escursione non prevede particolari difficoltà ma è richiesta buona preparazione fisica ed abitudine a camminare, considerando la sua lunghezza ed il dislivello totale. Lungo la Costa La Rossa, pur in presenza del sentiero, incontreremo alcuni brevi ma facili tratti su crinale roccioso.
  • Segnaletica: in alcuni punti quella del parco regionale, altrimenti assente.
  • Sorgenti: Acqua Ferruginosa alla partenza, Acqua delle Tortore ad alcune centinaia di metri dalla Caserma Palazzo (presso quest’ultima sorgente potremo riempire le borracce).
  • Abbigliamento ed attrezzatura: adatti al periodo ed alle escursioni di media altitudine e difficoltà (il punto più alto sfiora i 1.200 mt. s.l.m.).
  • Punti d’appoggio: nessuno.
  • Punti d’interesse: la Caserma Palazzo, il Torrente Scannacapre, il Valico di Costa La Rossa, la Costa La Rossa, il Piano Cancello, la Serra del Monte, il Monte Malerba, Callipolis e la Tempa Castello, il Lago Cirminale.
  • Misure di protezione: il percorso si snoda per intero all’interno del Parco regionale di Gallipoli- Cognato e Piccole Dolomiti lucane. La Foresta demaniale regionale di Gallipoli-Cognato è anche Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.).
  • Responsabile escursione: Adriano Castelmezzano. Contatti: telefono 3289211689/e-mail: adrianocastelmezzano@alice.it
  • Appuntamento e partenza: a Matera in Piazza Matteotti ore 6.45.Partenza ore 7.00. (ORA LEGALE)
  • Numero partecipanti: massimo 25 persone.

Descrizione Itinerario:

La partenza è posta nei pressi della Caserma Palazzo, antico insediamento monastico benedettino e attuale sede del comando del Corpo forestale dello Stato e dell’ente parco. Lasciato il complesso di Palazzo, inizieremo l’escursione seguendo in discesa la strada vicinale Vetere in direzione del Torrente Scannacapre, passando accanto ad alcuni grandi pini larici ormai morti frutto di antichi rimboschimenti e, superati i due rami del corso d’acqua, proseguiremo verso l’altro versante della vallata, con belle vedute della sottostante foresta. Attraversate alcune radure in parte rimboschite (si tratta delle cosiddette fattizze, cioè terreni disboscati ed utilizzati per scopi agricoli) inizieremo la ripida salita verso il Valico di Costa La Rossa e, rientrando nel bosco, potremo ammirare alcuni tratti di cerreta con sottobosco di Agrifoglio. Inoltre, nei tratti rocciosi, al Cerro si accompagnano carpini neri, aceri e tigli, tra questi ultimi un bellissimo esemplare centenario. Giunti in cresta, potremo ammirare il panorama delle Piccole Dolomiti lucane, la Valle della Rossa, i Monti dell’Impiso e la Montagna del Caperrino. Dal valico inizieremo a salire lungo la cresta seguendo il divertente sentiero che nella cerreta in un continuo saliscendi ci condurrà verso il punto più alto del crinale, il Monte Costa La Rossa. Nel sottobosco del querceto è presente la bella Erica arborea, mentre nei punti maggiormente rocciosi svettano grandi e suggestivi esemplari di Rovere meridionale che rendono questa parte di percorso particolarmente suggestiva e selvaggia. Nei tratti più pianeggianti sono invece presenti cerrete molto belle con aceri e tigli e con sottobosco di Felce aquilina ed Agrifoglio, mentre sui tronchi degli alberi morti in piedi o marcescenti sono evidenti i segni dell’attività dei picchi (scavi di alimentazione e buchi di nidificazione). In particolare tra i picidi più importanti che potremo ascoltare, e magari vedere, ci sono il minuscolo Picchio rosso minore o il raro Picchio rosso mezzano che nelle foreste di querce e faggio meglio conservate della nostra regione, ha il nucleo italiano più importante. Non sarà nemmeno difficile ascoltare il richiamato sgraziato della Ghiandaia oppure il “fischio” del Rampichino comune o il vociare continuo del Picchio muratore oppure ascoltare la bella Cincia bigia ma anche la voce rauca del Corvo imperiale o infine avvistare il volo agile ed elegante del Nibbio reale. Tra i mammiferi evidenti saranno i segni lasciati sulle rocce da volpi e mustelidi o gli scavi dei cinghiali nel sottobosco. Di notevole bellezza sono anche i grandi monoliti di arenaria che si incontrano nel bosco e che regalano un’ulteriore fascino a questa parte di itinerario, assieme ai grandi alberi morti ma ancora in piedi o alle ceppaie arse dai fulmini o dai pastori, microhabitat molto importanti per la fauna e la flora. Giunti al termine della cresta, imboccheremo la strada forestale che a sinistra entra nel Bosco di Lotto Bellonia, dove la cerreta si sviluppa in tutta la sua bellezza e, continuando la discesa per circa 2 km, arriveremo alla strada provinciale per Accettura, dopo aver attraversato alcuni rimboschimenti e la radura di Piano Cancello che ci permetterà di godere di una bella vista verso Accettura e la Valle della Salandrella. Superata la rotabile, imboccheremo la strada forestale che proprio di fronte a noi sale verso la Serra del Monte; in questa zona della foresta appaiono specie più mediterranee come l’Acero minore e la Roverella mentre ai lati della strada potremo ammirare alcune curiose formazioni calcaree ricoperte dall’Edera. Continuando a salire, il bosco si arricchisce della presenza del Farnetto, una quercia di origine balcanica dalle grandi foglie profondamente lobate che predilige microclimi più caldi e soleggiati del più comune Cerro. Una volta giunti sulla strada forestale della Tagliata della Serra del Monte, gireremo a sinistra e dopo pochi metri la abbandoneremo, per imboccare il sentiero che sulla destra sale verso il Monte Malerba. Dopo circa 15 minuti saremo in vetta e di qui il panorama spazierà dal versante meridionale della foresta, con il Vallone del Salice al Bosco di Montepiano nonché al vicino Monte Croccia. (nelle giornate più serene si vede anche il Mar Ionio). Proprio sulla sommità, alcuni gradini scavati nella roccia ci permetteranno di salire sulla vetta rocciosa ed ammirare ancor meglio il paesaggio, mentre tutt’attorno potremo notare l’estrema diversità di piante ed arbusti che caratterizza questo sito rupestre, poco conosciuto ai più. Ridiscesi, visiteremo le altre rocce monumentali che si trovano sul pianoro; molte di esse sono scolpite dall’erosione eolica che ha prodotto forme le più svariate e singolari con anfratti e fessure che ospitano una ricca flora composta da muschi, licheni, felci, le curiose ed eleganti Monete del Papa e caprifogli abbarbicati alle rocce assieme a lecci arbustivi. Lasciata la vetta, inizieremo la discesa dal versante settentrionale, seguendo la traccia di sentiero che si inoltra nel bosco, tra grandi carpini, aceri, tigli e cerri, ma soprattutto tra bellissimi agrifogli arborei che si alzano al cielo per alcuni metri; in questo posto magico sembrerà quasi di calarsi in un’altra dimensione grazie al verde cupo e perenne di queste piante che si fonde a quello dei muschi e dell’Edera che ricoprono le rocce e gli alberi. Il sito si è potuto conservare fino ad oggi in quanto utilizzato durante i riti arborei di Accettura e Oliveto lucano per il prelievo della cosiddetta “Cima” l’albero sempreverde utilizzato nelle feste dei “maggi”. Interessanti, inoltre, alcune vasche ricavate dai pastori per la raccolta dell’acqua e le nicchie utilizzate dai corvi imperiali per la nidificazione. Usciti dal boschetto di agrifogli, seguiremo il sentiero che in discesa ci ricondurrà sulla strada forestale e, dopo alcune centinaia di metri, la abbandoneremo nuovamente, per deviare sulla nostra sinistra per l’ascesa alla Tempa Castello; su questa cima è presente l’insediamento medioevale della città di Callipolis, con mura, gradini ricavati nella roccia e costruzioni, attualmente tutte avvolte e nascoste da una folta vegetazione arborea ed arbustiva. Terminata la visita al sito che da’ il nome alla foresta, continueremo a scendere per circa 200 metri lungo la strada forestale, per girare sulla destra e seguire in leggera salita un’altra pista che tra grandi cerri, tigli, agrifogli e felci, ci condurrà al Lago Cirminale, una depressione naturale, dove è presente una piccola ma incantevole abetina artificiale, impiantata forse 70-80 anni fa’ all’epoca in cui la gestione della foresta fu affidata al Corpo forestale dello Stato. Tra querce e aceri, svettano grandi abeti bianchi dal fusto perfettamente cilindrico; il luogo è di particolare importanza forestale, in quanto l’Abete bianco è riuscito a rinnovarsi nelle radure, nonostante i danni attualmente arrecati dal pascolo bovino. Saliti sulla bassa sporgenza rocciosa, tra farnetti ed eriche, ammireremo queste bellissime conifere immerse nel silenzio e nella suggestione del bosco. Lasciato il Lago Cirminale, ritorneremo sino alla strada forestale principale, per scendere quindi in direzione dell’Acqua Ferruginosa, dove terminerà la nostra escursione.

La Foresta di Gallipoli: estesa per 3.357 ettari, assieme alla contigua Foresta di Cognato, rappresenta il cuore verde della Basilicata e non solo per la sua posizione quasi al centro della nostra regione. In origine essa rientrava tra le proprietà di feudatari locali ed in seguito tra i possedimenti della potentissima famiglia dei San Severino, signori di Tricarico. Nel 1336 fu donata alle clarisse del Convento di Santa Chiara di Tricarico e nel 1871, a seguito della confisca dei beni ecclesiastici e con l’unità d’Italia, fu dichiarata inalienabile (dopo che in un primo momento era stata affidata ad una Società privata costituita per sfruttarne i boschi e ricavarne traversine ferroviarie). Interessata da due devastanti incendi nel 1891 e nel 1922 che ne condizionano tuttora la struttura, per la maggior parte coetanea (alberi in genere della medesima età ed altezza) nel 1910 passò all’Azienda di Stato Foreste Demaniali che ne ha curato la gestione fino al passaggio alla Regione Basilicata negli anni ’80. Oggi il manto arboreo è costituito per la maggior parte da specie quercine, Cerro in particolare, che risulta presente dal fondovalle del Basento fino alle quote più alte (Monte Costa La Rossa, Monte Croccia, Monte Airone e Monte Malerba). In particolare, le cerrete poste a quote più basse e lungo i fossi, si arricchiscono della presenza del Frassino meridionale, una bella specie tipica dei luoghi umidi dove l’acqua ristagna maggiormente. Lungo le zone rupestri di Monte Malerba e di Costa La Rossa soprattutto, vegeta invece il Leccio allo stato arbustivo, che nelle zone più calde e meglio esposte, si associa al Corbezzolo, alla Fillirea ed all’Erica arborea. Presso alcune sorgenti, sono presenti piccoli nuclei di vegetazione igrofila, con la presenza dell’Ontano nero e del Pioppo tremolo. Alle quote più alte al Cerro si uniscono varie specie di aceri, tigli, carpini, sorbi, meli e peri selvatici, ma anche roveri meridionali e farnetti. Tra gli alberi vanno menzionati il raro Tiglio cordato, l’Olmo montano e la Quercia di Dalechamp. Nel sottobosco delle cerrete vegetano agrifogli, felci aquiline e la Dafne laurella. Interessanti sono i molti endemismi della foresta: la rarissima ed elegante Linaria dalmatica, il Basilisco lucano, il grazioso ed endemico Garafano del Vulture ed ancora la Knautia lucana, solo per citarne i più importanti. Da segnalare alcune stazioni di Peonia maschio. Tra i mammiferi sono presenti il Lupo, il Cinghiale autoctono (presenza storica prima che fossero immessi esemplari per scopi venatori) il Tasso, l’eulisivo Gatto selvatico e l’Istrice nelle zone più basse. Tra i roditori arboricoli, il Ghiro. Sono in corso progetti a cura dell’ente parco per la reintroduzione del Capriolo italico e della Lepre italica. Tra gli anfibi, degni di nota sono la Salamandrina dagli occhiali ed il Tritone italico, presenti soprattutto presso gli abbeveratoi. Tra gli uccelli sono diffuse principalmente specie forestali, i picchi con le preziose presenze del Picchio rosso mezzano e del Picchio rosso minore, legati alle foreste di querce integre e naturali, ricche di alberi maturi o marcescenti. Altre presenze importanti sono il Luì verde e la Balia dal collare, passeriformi migratori legati alle foreste di alto fusto mature e ricche di cavità naturali. Alle quote più alte della cerreta è presente anche la Cincia bigia, in Basilicata più comune nelle faggete. Probabile anche la nidificazione del Frosone, un grosso passeriforme della famiglia dei fringuelli. Tra i rapaci, sono importanti le presenze del Nibbio reale e del Falco pecchiaiolo ma anche del più comune Sparviere. Tra i rapaci notturni, di particolare significato è la presenza del possente Gufo reale. Tra i corvidi il grande e spettacolare Corvo imperiale che nidifica lungo le pareti rocciose.

: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::

Il Direttivo ha approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.

Il programma riporta, per ciascun’escursione, il nome o i nomi dei relativi responsabili.

Il responsabile dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento dell’escursione.

Il responsabile dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.

Il Direttivo può non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi proporre per nuove escursioni.

:: OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI ::

– Partecipare possibilmente alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione all’escursione e versare la quota richiesta;

– Essere puntuali all’appuntamento;

– Essere fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati all’escursione;

– Attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione;

– Prevedendo l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti di carburante.

– Essere a conoscenza del presente regolamento ed accettarlo.